mercoledì 22 ottobre 2014

Come Affrontare I Terribili 2 Anni

Mio figlio ha da poco compiuto 21 mesi (1 anno e 9 mesi per intenderci) ed è nel pieno della fase dei "NO", del "E' MIO!" e dei capricci per qualsiasi cosa con tanto di sceneggiata a pugni stretti e piedi che battono a terra.
Con qualsiasi mamma io parli trovo che, nonostante i bambini abbiano caratteri diversi, vengano da famiglie eterogenee ed abbiano ognuno routine ed esperienze diverse, TUTTI attraversano questo periodo. E tutte le mamme me lo confidano con la stessa espressione di sconforto e stanchezza, alzando gli occhi al cielo come per cercare un sostegno dall'alto.

La fase dei "terrible two" (i terribili 2 anni) inizia verso i 18 mesi e si conclude intorno ai 3 anni... quindi dobbiamo tenere duro per circa un anno e mezzo! Durante questo periodo il ruolo del genitore è DELICATISSIMO. E' importante non fare sbagli (almeno non troppi) perché segneranno la crescita di nostro figlio.
Tante volte a me succede di perdere la pazienza (anche noi mamme siamo esseri umani) e di urlare a mio figlio, o di dargli una piccola sculacciata ma io per prima so che se riuscissi a mantenere la calma, avrei strumenti di gran lunga migliori a disposizione.
Vediamoli insieme:

  1. ASCOLTIAMO il nostro bambino. Anche se non sa ancora esprimersi, sicuramente riusciamo a capire le sue intenzioni, quindi mostriamoci interessati a lui quando richiama la nostra attenzione, anche se siamo al computer, stiamo cucinando o siamo impegnati in qualcos'altro. Dev'essere frustrante per lui, che già non sa parlare, vedere che non ci giriamo dalla sua parte quando cerca di dirci qualcosa.
  2. PARLIAMO con amore. Quando fa i capricci cerchiamo di spiegargli perché ha sbagliato, perché non si fa e rassicuriamolo sul fatto che in ogni caso lo amiamo. Non lo ammoniamo con frasi del tipo "sei stato cattivo!" oppure "sei il solito monello" perché in questo caso giudichiamo il suo modo di essere etichettandolo in modo negativo. Inoltre a furia di dirglielo, si sentirà tale e continuerà a comportarsi male. La giusta alternativa è qualcosa del tipo "Adesso non ti sei comportato bene, mamma non è contenta di quello che hai fatto". In questo caso stiamo sottolineando un comportamento sbagliato, che è limitato a quell'occasione particolare, a quell'azione specifica e che non va quindi a ledere l'identità del bambino.
  3. NO agli URLI e alle BOTTE. So che spesso le mani ci prudono e il tono di voce sale senza che ce ne rendiamo conto... in questo caso allontaniamoci per un attimo, contiamo fino a 10 e ripetiamo a noi stesse "è ancora piccolo, sono io a dovergli insegnare le cose, sono il suo esempio". Quindi torniamo da lui e affrontiamo il momento di crisi con più calma. I bambini imparano per imitazione, quindi se usiamo la violenza risponderanno con la violenza, se alziamo i toni lo faranno anche loro. 
  4. FACCIAMOLO SENTIRE IMPORTANTE. Se lavoriamo e lui trascorre la maggior parte della giornata al nido o con una baby sitter, sfruttiamo i momenti insieme nel miglior modo possibile. Giochiamo con lui, facciamoci coinvolgere nelle sue attività, facciamoci raccontare cos'ha fatto durante la giornata e ritagliamoci degli spazi solo nostri. Io con Matteo vado ad un corso di musicalità, lo porto in piscina a nuotare, spesso mi siedo al centro della sua stanza e mi dico "questo pomeriggio è tutto per lui". Così si sentirà amato e considerato... premesse fondamentali per farlo crescere sicuro di sé.
  5. Insegniamogli il valore della parola SCUSA. E' ancora piccolo per capirne il significato profondo, ma non è mai troppo presto per inserire questa parolina nel suo vocabolario. Facciamogli capire che questa parola (o in alternativa un abbraccio, un bacio o una carezza) è un modo per rimediare ad un errore fatto, per modificare un comportamento sbagliato in modo positivo, per comunicare agli altri che gli dispiace e non lo farà più.
  6. CASI ESTREMI. Quando un bambino vuole salire in piedi su una sedia o mettere in bocca il flacone del detersivo, quando non vuole essere legato in macchina o vuole giocare con un coltello, non ci sono giri di parole... ci vuole un secco NO. Senza urlare, semplicemente dirgli NO guardandolo dritto negli occhi. Poi, quando sarà lontano dal pericolo, possiamo anche spiegargli perché siamo stati così duri e diretti e quali sarebbero state le conseguenze della sua azione. Spesso però capita che la proibizione lo porti a desiderare ancora di più quella cosa quindi personalmente ho adottato un metodo che non piacerà alla vecchia generazione di mamme ma che io ho trovato molto efficace: fargli sperimentare in modo sicuro il pericolo. Quindi fargli toccare piano piano il coltello e fargli sentire che punge, inclinare leggermente la sedia per fargli vedere che potrebbe cadere, fargli sfiorare una cosa che scotta... così il bambino scopre sulla propria pelle il pericolo ma, essendo sotto la nostra supervisione, non corre in effetti alcun pericolo reale. Meglio così che un bambino che di nascosto ci disobbedisce con conseguenze molto più gravi.
  7. NON PRENDIAMOLA SUL PERSONALE. Anche se ci viene da pensare che ci provochino apposta, non è così! O meglio... le loro intenzioni non sono negative, stanno semplicemente affermando il loro carattere e spesso neanche loro non sanno cosa vogliono. Ma è vero che vogliono vedere fino a dove arriva la nostra pazienza, in un certo senso ci mettono alla prova per testare il nostro amore per loro, ma nelle loro azioni non c'è alcuna forma di cattiveria. Cerchiamo di ripetercelo spesso.
Crescere un figlio non è facile e la possibilità di sbagliare è dietro l'angolo... io stessa faccio errori in continuazione nonostante mi impegni ad essere la madre migliore possibile. Ogni piccolo sbaglio però è una crescita anche per noi mamme, per capire quali sono i nostri limiti e scoprire cose di noi di cui neanche conoscevamo l'esistenza... i nostri figli nel bene o nel male ci rendono delle persone migliori!




2 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie mille! :)
      L'ho imparato sulla mia pelle... e a dir la verità ancora faccio fatica ad applicare tutti questi principi. Ma l'importante è interiorizzarli piano piano... le azioni verranno di conseguenza!

      Elimina

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