martedì 16 dicembre 2014

Arriva il Fratellino o La Sorellina! Come Abituare il Primogenito


Me lo ripeto come un mantra da 3 mesi e mezzo a questa parte, da quando ho scoperto di essere di nuovo incinta: non trascurare tuo figlio in questi mesi, non cambiare atteggiamento verso di lui solo perché aspetti un altro figlio.

Eppure questa seconda gravidanza mi sta mettendo a dura prova: tra nausee, giramenti di testa, sinusiti e tanta tanta stanchezza, diventa sempre più difficile per me stare dietro a Matteo che invece (e per fortuna) ha energie da vendere.
Sta diventando faticoso prenderlo in braccio (pesa 14 chili e non ha ancora 2 anni!), cambiarlo sul fasciatoio quando si dimena come un matto, anche solo giocare con lui, metterlo sul seggiolone o coricarlo nel suo lettino... stargli dietro insomma, come ho fatto fino ad ora in modo del tutto naturale e senza stress.

Ovviamente lui sente la differenza... ed è questo che mi fa soffrire maggiormente. 

Non solo perché mi chiede di salire sulle mie spalle e di fare il cavalluccio ed io adesso sono costretta a dirgli di no, ma anche perché (ormai troppo spesso) gli dico che la mamma è un po' stanca. Nel pancino porta in grembo un altro bimbo che nascerà tra qualche mese ed è meglio che non faccia troppi sforzi.

Ho scelto la via della sincerità, ma forse mi sto rendendo conto che non è la strada migliore...

In questo modo potrebbe già dare la colpa al futuro fratellino (o sorellina) delle minori attenzioni della mamma nei suoi confronti. Potrebbe sentirsi messo da parte già prima del suo arrivo... e quando poi il neonato sarà fisicamente tra noi, Matteo si potrebbe rendere conto che la sua preoccupazione è reale e di conseguenza reagire con aggressività verso il piccolo.

In fondo non ha ancora due anni e quello che capisce è: mamma non vuole più giocare con me! Stop. Non va oltre, vede solo l'immediato presente.

Infatti anche il suo atteggiamento è cambiato: è più aggressivo nei miei confronti, mi dice spesso e volentieri "NO!", a volte usa le mani, urla ed ovviamente non obbedisce ma prende i miei divieti come un invito a provocarmi.
La mia reazione a questi comportamenti non è cambiata rispetto a prima di essere incinta: cerco sempre di "educarlo", mantenendo la calma finchè posso e sgridandolo se e quando serve. Dandogli il buon esempio e chiedendogli cosa c'è che non va, dimostrandogli che sono disposta ad ascoltarlo se ha un disagio.
Ma se prima erano sporadici i casi in cui dovevo ricorrere alle maniere forti, adesso sembrano moltiplicarsi sempre di più.


E quello che ho capito è che adesso le parole d'ordine devono essere: RASSICURAZIONE E CONSOLAZIONE.
Quando fa il matto, spesso è solo per attirare la mia attenzione, perché sente che qualcosa sta cambiando. Quando fa i capricci o chiede qualcosa lamentandosi o urla uno dei suoi tipici "NO!!!", il più delle volte è solo per provocare una mia reazione.
E allora la soluzione a cui sono arrivata è: passare del tempo con lui, fargli sentire che ci sono e che nulla è cambiato tra noi.

Ma allo stesso tempo devo riposarmi, andare piano, e soprattutto mantenere la calma se mi fa innervosire, non affannarmi o arrivare a stressarmi perché fa male a me e al mio pancino, che tra l'altro già inizia a farsi sentire. 
Devo applicare un training autogeno che parte dalla testa per arrivare a coinvolgere positivamente anche il mio modo di fare, che devo sforzare di mantenere il più pacato e tranquillo possibile.

Sembra un compromesso quasi impossibile, come mischiare l'acqua con l'olio, una sfida a cui sono chiamata a partecipare nei prossimi mesi e che sicuramente diventerà ancora più dura quando nascerà il fratellino (o la sorellina).
Perché lì sarà inevitabile togliergli attenzioni e tempo, sarà impossibile non dirgli "aspetta" più di quanto vorrei o "no" più di quanto meriti... ed il conflitto sarà in agguato in ogni momento.

Ma ce l'hanno fatta tutte le mamme e ce la farò anch'io... con tanta pazienza e tanto amore. E col tempo, soprattutto, gli equilibri torneranno alla normalità.


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