Da qualche settimana faccio parte di un gruppo di mamme su Facebook, per correttezza e privacy non dirò quale.
Qualche giorno fa, tra i vari post, mi è capitato di leggere l'appello di una mamma, a quanto pare disperata, perché il figlio faticava a prendere sonno. Nulla di strano, penserete... se non fosse che i suoi toni erano davvero forti.
Diceva che il figlio (a soli 7 mesi di vita) era CATTIVO, che NON LO SOPPORTAVA PIU', che i suoi erano solo CAPRICCI e che l'unica soluzione era stata lasciarlo PIANGERE DISPERATAMENTE PER 1 ORA... così finalmente si era addormentato, esausto.
Vi lascio immaginare la pioggia di critiche verso questa mamma.
Chi le diceva di essere gelida e anaffettiva, chi le consigliava un aiuto psicologico, chi semplicemente le diceva che era tutto normale e doveva solo portare un po' di pazienza... ed anche io, non sono proprio riuscita (credetemi c'ho provato) a restare in silenzio.
Ho dovuto dire la mia... il pensiero di quel bimbo, della stessa età di mia figlia, alla disperata ricerca della mamma, e lasciato solo ad affrontare qualcosa che, naturalmente, ancora non sa gestire, mi ha fatto gelare il sangue. Oltre a darmi l'ispirazione per questo post.
Gestire un neonato, con tutte le sue "crisi", non è cosa facile, lo sappiamo. Soprattutto se una mamma non ha aiuti (ed io lo so bene, avendo i nonni lontani) e deve affrontare da sola la giornata col piccolino, una giornata che sembra infinita.
Ma non ci sono scuse: una mamma che arriva a pensare che c'è cattiveria nel figlio di pochi mesi è una mamma che ha bisogno di aiuto... perché NON HA CAPITO NIENTE.
Ho letto tanti libri quando Matteo era piccolo, volevo trovare risposta a tante mie domande e un aiuto a tanti miei momenti no (non sono una super mamma, anche io li ho)... quei libri mi hanno aiutata molto, soprattutto a capire il mondo ed il linguaggio di mio figlio. (In calce trovate i titoli)
Ecco, in sintesi, cosa ho imparato e cosa vorrei che questa mamma (e tutte quelle nella sua stessa situazione di "esaurimento") capisse:
- IL PIANTO nei neonati è l'unica forma di COMUNICAZIONE. Non sanno parlare e ovviamente possono esprimere i loro disagi solo attraverso il pianto. Infatti se notate non cacciano lacrime... perchè ci stanno semplicemente parlando!
Ovviamente è difficile "decifrare" il loro pianto: può essere per un disturbo fisico, per fame, per sonno, per bisogno di coccole... in ogni caso ciò che non sanno dire a parole devono esprimerlo nell'unico modo che sanno: il pianto.
- Non esistono CAPRICCI nei neonati. I capricci li fa mio figlio di 3 anni, capace di intendere e di volere, e comunque anche con lui non serve arrabbiarsi troppo. I neonati di pochi mesi non hanno questa "furbizia", il loro pianto è spontaneo al 100% e nasconde sempre una valida motivazione interiore.
- Quando siete stanche di sentirli piangere (è comprensibilissimo) FATEVI AIUTARE. Prendetevi un'ora libera lasciando il piccolo ai nonni o a una tata o a una vicina di casa, basta che sia una persona di fiducia. Allontanarvi per un po' dalla fonte di stress vi farà vedere tutto con più lucidità e ritroverete la calma.
Se proprio non avete nessuno, lasciate per un momento il piccolo in camera, in posizione sicura, e ripetetevi allo specchio: "è il mio dolce bambino, non è colpa sua!"
- Per quanto riguarda i problemi di SONNO: i piccolissimi NON SANNO ADDORMENTARSI DA SOLI. Riuscire a trovare la pace, chiudere gli occhi ed entrare tra le braccia di Morfeo non è una cosa automatica.
Molte mamme dicono: "E' stanchissimo, allora perché non si addormenta?". Perché, a differenza di noi adulti, i bimbi devono essere portati alla nanna... attraverso coccole, magari un carillon e una routine serale che è sempre la stessa (di solito è: bagnetto, pappa, qualche giochino e latte prima di andare a letto).
- I DISAGI DEI NEONATI possono essere tantissimi: coliche, uscita dei dentini, per non parlare di primi raffreddori che impediscono una corretta respirazione... bisogna avere tanta PAZIENZA per affrontare tutti questi momenti e tanto AMORE per aiutarli a superare tutto insieme.
- L'AMORE INCONDIZIONATO dei genitori verso il loro bambino lo aiuterà a diventare poi un adulto sereno ed autonomo. Condizione essenziale però è: non giudicarlo e farlo sentire amato, sempre e in qualsiasi situazione, non solo quando tutto va bene.
Vi consiglio 3 libri, dal mio punto di vista davvero illuminanti. (cliccate sui link per comprarli direttamente su Amazon!)
Da leggere anche in gravidanza, perché questa è una guida rivolta ai genitori, per aiutarli nel difficile compito che è la crescita di un figlio.
Da leggere dai primi mesi di vita del neonato fino all'adolescenza perché fornisce una chiave di lettura "montessoriana" alle 7 difficili fasi della crescita.
Da leggere quando il proprio figlio è un po' più grandicello, più o meno dai 3 anni, perché spiega come usare le frasi e le parole giuste in ogni occasione, per fornire le basi di una crescita sana ed equilibrata.