"Amore la prossima settimana devo partire per il solito viaggio in America, starò via 10 giorni! A fine mese poi devo andare a Roma per dei meeting e a novembre ho una convention di 3 giorni a Bologna..."
Alle mogli dei medici, degli ingegneri, dei dirigenti d'azienda o dei consulenti queste parole potrebbero risuonare familiari. Ma parlo anche a tutte le mie amiche, mogli degli avvocati, dei commercialisti o degli imprenditori che spesso cenano da sole o i cui figli vanno a letto senza riuscire a dare la buonanotte ai loro papà.
Dalla frase di mio marito potrete pensare: "ecco...il classico caso in cui lui ha una seconda famiglia!", ma il mio post di oggi non parla di fiducia, perché premessa è che CI FIDIAMO DEI NOSTRI MARITI.
Partendo dal presupposto che i nostri compagni sono delle brave persone, (magari un'altra volta affronteremo il tema del tradimento) vorrei suggerire come affrontare questi momenti di "solitudine", io che (ahimè) sto diventando un'esperta.
- Prima di tutto cerchiamo di non fargli pesare che è via. E lo dico a me in prima persona, che ad ogni telefonata esclamo "mai più così tanto tempo fuori casa, ok?". Dobbiamo sostenere i nostri mariti, cercando di pensare che anche per loro non è una passeggiata: è stancante viaggiare, star lontano da casa, da noi e dai figli. Quindi diamoci un pizzico sulla pancia prima di sbuffare al telefono e sfruttiamo i momenti di conversazione per ascoltarli e a nostra volta raccontargli com'è andata la giornata... in questo modo accorceremo anche le distanze!
- Sfruttiamo il tempo a disposizione per fare qualcosa solo per noi. Leggere quel libro che è sul comodino da settimane, mangiare qualcosa che non prepariamo mai perché a lui non piace, dormire a quattro di bastoni, guardare film super romantici piangendo davanti alla tv senza essere prese in giro. Da un certo punto di vista... non è una forma di libertà?
- Pensiamo che in fondo il suo lavoro è importante per tutta la famiglia. Grazie alla sua professione possiamo permetterci un certo stile di vita, ed anche se non è l'unico a lavorare, i suoi sforzi sono sicuramente di grande aiuto al bilancio familiare di fine mese.
- Prepariamogli una sorpresa. Potrebbe essere un week-end fuori città per farlo rilassare, ma basta anche una cenetta a lume di candela dove avrete preparato il suo piatto preferito. Certo è che se, appena varca la soglia di casa, ci trova in pigiama e bigodini, stressate e stanche, potrebbe anche voler tornare indietro... e non è quello che vogliamo. Lasciamo le scene alla Pina e Fantozzi alla cinematografia italiana degli anni '90, che ne dite?
Sono cresciuta con un padre che lavorava dalle 6 del mattino alle 9 di sera, 6 giorni su 7, 12 mesi l'anno ed un po' questo mi ha segnata. La figura di riferimento della mia infanzia ed adolescenza è sempre stata mia madre... mio padre sapeva poco di me finché non ha deciso di andare in pensione.
Ci siamo "conosciuti" quando io avevo 25 anni e lui 55.
E adesso che sono mamma il mio primo pensiero è: "non voglio che Matteo soffra l'assenza del padre, come è successo a me". Ecco il perché del mio ultimo (ma non meno importante) consiglio.
- Lasciamo a nostro marito del tempo con i nostri figli. Ne ha tanto da recuperare. Quando riesce a tornare un po' prima, facciamo in modo che sia lui a dar da mangiare ai bambini o a fargli il bagnetto. Guardiamoli giocare insieme e godiamoci lo spettacolo. Nel week-end lasciamo a lui compiti o mansioni da fare con i ragazzi, come la spesa o insegnargli ad andare in bicicletta. I nostri figli saranno felici, i nostri mariti si sentiranno di nuovo padri e noi... avremo del tempo libero per rilassarci!
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