Avevo scritto questo articolo circa un mese fa, quando ancora non sapevo che sarebbe successo qualcosa che avrebbe totalmente stravolto il mio punto di vista sull’argomento…costringendomi a riscrivere tutto il post, dall’inizio alla fine.
In quell’articolo scrivevo che non ero completamente d’accordo con la frase che spesso sentivo: “non c’è pediatra migliore della propria mamma”. Certo, una madre “sente” il proprio figlio come nessun’altro al mondo, pensavo, ma non avevo la presunzione di saperne più dei medici ed alzavo la mano di fronte a qualsiasi diagnosi fatta da chi ne sapeva più di me.
Ed invece ancora una volta la vita mi ha messo davanti ad una realtà che mi ha fatto ricredere ed ha cambiato il mio punto di vista, a costo però di mettermi a dura prova.
Vi racconto la storia di come ho salvato mia figlia grazie al mio istinto di mamma, per lanciare un messaggio a tutte le mamme: quando si tratta dei vostri figli, seguite il vostro istinto, il vostro cuore. Ovunque ci sia una decisione da prendere, dentro di voi avete già la risposta.
Camilla ha iniziato a star male ad un mese e mezzo di vita. Era inizio agosto quando ha avuto il suo primo episodio di “soffocamento” notturno. Fu un episodio unico e poi nulla per 2 settimane. Pensai che non aveva saputo gestire la salivazione o magari un rigurgito... ma già mi insospettiva il fatto che rigurgitasse spesso.
A metà/fine agosto, quando aveva già 2 mesi compiuti, è iniziata una brutta tosse. All’inizio era grassa, per cui pensai ad una piccola bronchite, poi divenne secca ma era accompagnata da episodi di vomito ed “apnee” respiratorie.
Eravamo ancora al mare ed ogni notte era peggiore della precedente: tosse ad ogni ora ed episodi di perdita del respiro, per cui dovevo prenderla e metterla in verticale per evitare che soffocasse davvero. Non sapete che spaventi, ormai dormivo con un occhio ed un orecchio sempre aperti.
Tornati a casa dalle vacanze siamo subito andati al pronto soccorso, neanche siamo passati per casa a posare le valigie. Lì ci hanno diagnosticato un banale reflusso gastro-esofageo, per cui siamo tornati a casa con la sola prescrizione di uno sciroppo.
Da allora la mia piccola ha iniziato ad essere “assopita” e a dormire tutto il giorno e tutta la notte, era diventata inappetente e poco reattiva agli stimoli. Si svegliava solo per tossire e fare schiuma alla bocca.
La situazione non mi convinceva affatto e nonostante chiunque attorno a me cercasse di tranquillizzarmi e sminuire la cosa, io SAPEVO che dovevo fare di più.
Mi sono quindi precipitata dalla pediatra di base, la quale mi ha rassicurato sulla salute di mia figlia, prescrivendomi uno sciroppo per la tosse “solo per far stare tranquilla me, perché ero troppo agitata, ma in realtà la medicina non le serviva neanche.”
In quella mezz’ora di visita Camilla effettivamente si era comportata bene, ma la dottoressa avrebbe dovuto ascoltare i miei racconti preoccupati e almeno prescrivermi delle analisi… e invece no, perché APPARENTEMENTE la piccola stava bene.
In apparenza, appunto, ma non in realtà. E a quanto pare ero solo io, la sua mamma, a vedere la realtà.
Così ho fatto un video. Ho ripreso mia figlia in una delle sue “crisi” di tosse e respiratorie... chi l’avrebbe visto non avrebbe potuto sminuire.
Ed è stato grazie a quel video, che ho fatto vedere ad una mia amica pediatra, che ho avuto la prescrizione per delle analisi dettagliate, da cui è venuta fuori la verità: Camilla aveva contratto la pertosse.
Terapia intensiva, semi isolamento, trattamento antibiotico e tante cure da parte delle dottoresse e delle infermiere (tutte donne a quanto pare le mie eroine!) hanno salvato mia figlia.
Ho visto il suo corpicino perdere colpi nella dura battaglia contro questa malattia... che stava per portarmela via un maledetto giorno che non dimenticherò mai: era nella sua carrozzina ed aveva avuto un altro di quei brutti colpi di tosse, che però non finivano... per attimi, secondi (che a me sono sembrati un'eternità) non ha respirato ed ha iniziato a farsi verde in viso e viola alle labbra.
Per me era morta. Non sapevo cosa fare, ero in preda al panico. L'ho presa in braccio e le ho dato colpetti alla schiena... ma soprattutto le parlavo, la incoraggiavo a respirare.
Credo che mi abbia sentito... e da sola ha saputo reagire.
Non sto qui a raccontarvi oltre, perchè i giorni a venire sono stati davvero faticosi, con perdita di peso, complicazioni e tanta pena per lei.
Adesso sta bene, è tornata a casa e noi abbiamo vinto una grossa battaglia, ma non riesco a non pensare che se avessi seguito il consiglio della pediatra di base, mia figlia con grande probabilità adesso non ci sarebbe più... vi rendete conto?
Una mamma è molto più attenta di qualsiasi medico possa passare a visitare con superficialità i suoi bambini, molto più sensibile di qualsiasi diagnosi data con leggerezza… e sicuramente riesce a prendersi cura dei propri figli molto meglio di chiunque altro.
Ogni mamma è pediatra del proprio figlio: si, è proprio vero, adesso lo so.